Galeazzi aveva il merito di saper coniugare il giornalismo sportivo all'intrattenimento rendendo piacevole il racconto sportivo anche a chi di sport capiva ben poco. Pochi giornalisti sportivi sono riusciti in questo compito. Neanche gli iper osannati Fabio Caressa e Sandro Piccinini che ormai parlano a memoria o a suon di tormentoni. Forse solo Pierluigi Pardo gli si avvicina.
Galeazzi esordisce come commentatore sportivo nel 1972. La Rai trasmetteva ancora in bianco e nero, il nostro bisteccone era ancora in attività sportiva ma si dilettava a muovere i primi passi in Rai: carriera che intraprenderà a tempo pieno una volta avvenuto il "pensionamento" da atleta.Se negli anni 80 lo abbiamo visto raccontare le principali imprese sportive nel nostro paese e degli atleti azzurri (concedendosi un piccolo cameo nel cult cinematografico "l'Allenatore nel Pallone") è negli anni 90 che abbiamo potuto conoscere e apprezzare la sua verve comica. L'idedito sodalizio con Mara Venier nella conduzione di Domenica In e 90° minuto (che in quegli anni andava in onda direttamente dagli studi di Domenica In) è stata una delle migliori coppie televisive degli ultimi 30 anni. Il modo in cui Mara Venier pronunciava il famoso soprannome "bisteccone" con quella cadenza veneta che te lo rendeva immediatamente simpatico. Entrambi comunicavano un'alchimia unica che non si fermava alla luce rossa della telecamera ma proseguiva nella vita privata. Sodalizi del genere in televisione se ne visti pochissimi (Marco Columbro e Lorella Cuccarini, Paolo Bonolis e Luca Laurenti).
La particolarità di Giampiero Galeazzi non era solo quella di mischiare giornalismo sportivo ed intrattenimento (tutti quelli che ci hanno provato han quasi sempre fallito), ma anche nel rendere semplice nel racconto anche la disciplina sportiva più complessa. Fu lui a seguire per i primi anni il neonato canale satellitare della Rai dedicato agli sport minori.
Le recenti apparizioni televisive sempre al fianco dell'amica Mara Venier avevano fatto capire che i problemi di salute avevano ormai preso il sopravvento.
La notizia della sua scomparsa lascia tutti un po' scioccati e sgomenti non solo per la grossa perdita ma anche perchè negli anni ci stanno lasciando dei miti d'infanzia e adolescenza ai quali per un motivo e l'altro siamo legati. Personaggi che in ciò che facevano mettevano anima e cuore e il successo e la stima di cui godevano erano il frutto di anni di lavoro sacrifici e tanto impegno. Un giornalismo, una televisione e uno spettacolo in cui oggi si fa fatica a riconoscere ed apprezzare.
Il nostro "bisteccone" ci ha insegnato questo: che la passione, l'impegno e anche quel sano "cazzeggio"
sono più forti delle raccomandazioni politiche (in Rai molto presenti) degli arrampicatori sociali, del successo immediato quanto effimero. Hai lasciato questo mondo da poche ore e già ci manchi!
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