Una notizia passata un po' in sordina tra i tanti siti specializzati in televisione.
In Spagna i programmi di prima serata della TVE (la televisione pubblica spagnola) cominceranno un po' prima.
Chi mi legge ed è abituato alla televisione italiana penserà che tale provvedimento andrebbe adottato anche in Italia.
Tuttavia se in Italia (nel peggiore dei casi) l'inizio della prima serata oscilla tra le 21:15 e le 21:40, in Spagna i programmi di punta cominciano tra le 22.45 e le 23 (orario più consono ad una seconda serata). Con il nuovo palinsesto autunnale la TVE vorrebbe anticipare la prima serata alle 22.00 (non certo prestissimo).
L'antefatto
Un recente report redatto da una commissione di medici spagnoli ha stabilito che gli spagnoli dormono troppo poco (mezz'ora in meno rispetto alla media europea) in quanto vanno a dormire molto tardi.
Le cause?
Sicuramente il fuso orario "sbagliato": in Spagna hanno lo stesso fuso orario italiano e tedesco (spostato ai tempi del generale Franco per compiacere Hitler), mentre la latitudine della nazione suggerirebbe di utilizzare il fuso orario inglese.
Un fuso orario sbagliato comporta oltre ad un alba e tramonto spostati di un ora, anche orari di lavoro, orari di apertura dei negozi, pranzi e cene spostati in avanti.
Un fuso orario "in avanti" comporta anche la partenza "posticipata" dei programmi televisivi di punta.
Tanto basta a far finire tra gli imputati anche la televisione, rea di far cominciare i programmi di punta troppo tardi (circa le 23) facendoli terminare oltre le 2.30 del mattino.
Quindi? Si anticipa
Da qui la decione (già sperimentata in altri periodi ma ben presto abbandonata) di anticipare l'inizio della prima serata alle 22.00. «L'obiettivo in questa nuova stagione è che i cittadini vadano a dormire prima», ha detto il direttore dei programmi della TVE Fernando López Puig, che aveva sperimentato il nuovo palinsesto già durante il lockdown.
Intento sicuramente lodevole. Tuttavia la sola anticipazione dell'orario di messa in onda dei programmi non è sufficiente ma bisogna porre una seria riflessione sulla durata monstre degli stessi programmi (lo stesso discorso vale per buona parte dei programmi italiani).
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