Sul caso creato attorno alla trasmissione del pomeriggio di Rai 2 “Detto Fatto” stiamo sentendo tutto e il contrario di tutto.
Il giorno antecedente la giornata per l’eliminazione della
violenza contro le donne, all’interno di una trasmissione di puro
intrattenimento dedicata al mondo dei tutorial (Detto Fatto) viene ospitata una
pole dancer (Emily Angelillo) la quale spiega alle telespettatrici come essere
sensuali facendo la spesa ancheggiando tra gli scaffali con un tacco 12 e
come prendere un prodotto da uno scaffale sculettando.
Il “tutorial” passa in sordina per qualche ora fino a quando la pagina Trash
italiano (molto attiva sui social) rilancia il video che diventa virale
facendolo diventare un caso a livello internazionale.
Le dichiarazioni dei politici e delle associazioni si sono sprecate. Le prese di distanza pure, così come le richieste di scuse e la solita promessa del giro di vite.
La questione la possiamo mettere sotto due punti di vista:
“Detto fatto” non è un programma di
denuncia, di satira, informazione o un documentario. È un semplice
programmino di intrattenimento del pomeriggio destinato ad un pubblico adulto
nulla più. La stessa trasmissione in passato ha mostrato tutorial che qualcuno definirebbe sessisti
(senza reazioni). Il tutorial incriminato riguardante la “spesa sensuale” era
trasmesso in un clima di goliardia tra donne e non era volto allo screditamento della figura femminile.
È anche vero che ancora oggi le cronache parlano di femminicidi; si parla ancora di retribuzione femminile al di sotto di quella maschile, di donne che rischiano il licenziamento se sono incinte, di donne che se vestono in un determinato modo vengono chiamate “puttane” (le cronache sono piene di storie simili).
Mandare in onda un tale siparietto, per di più in concomitanza con la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne (con la Rai che aveva programmato una serie di eventi a tema) è un chiaro sintomo di superficialità da parte degli addetti ai lavori (come se a TV 2000 mandassero i fuori onda di Mosconi prima della messa di Natale).
Tutto ciò accade per tre motivi:
1) Perché il mondo autoriale televisivo è formato
in larga parte da persone che non avendo trovato sbocchi nel cinema e nel
teatro si sono riciclati in televisione come ripiego.
2) Perchè la prima azienda culturale italiana
appalta i propri programmi a società private con lo scopo dell’audience (e
quindi il profitto).
3) Perché ancora oggi si sbeffeggiano i laureati
ed esperti in Comunicazione, perché “tanto a comunicare sono bravi tutti”,
quando poi i risultati sono sotto gli occhi di tutti e si combinano dei casini
anche in una trasmissione di frivolezze ed intrattenimento.
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