Quando i paladini del politicamente corretto vengono accusati di maschilismo

 

 

Prima o poi doveva accadere che qualche paladino del politicamente corretto, che passa le giornate a trovare nuovi “nemici” da additare come maschilisti/fascisti/retrogradi/omofobi/violenti in base a delle convinzioni date da alcuni singoli atteggiamenti fosse tacciato del più ignobile insulto che un radical chic possa ricevere: quello del maschilista.

Tutto ciò accade nella puntata di venerdì scorso della trasmissione “Propaganda Live”: salottino politico-umoristico radical chic nel quale vari ospiti (molto vicini all’ambiente progressita e radicale) si confrontano e fanno ironia sui fatti della settimana.

Tra i fatti della settimana rientra ovviamente anche la crisi israelo-palestinese e per discutere e parlarne (questa volta seriamente) di ciò che sta avvenendo in medio oriente viene invitata la giornalista Rula Jebreal in quanto giudicata dagli autori del programma estremamente competente in materia.

A poche ore dalla diretta la Jebreal annuncia che non sarà presente in trasmissione a causa della sottorappresentazione femminile nella trasmissione:

"7 ospiti…solo una donna. Come mai?? Con rammarico devo declinare l’invito, come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l’inclusione"

Con queste parole accompagnate da un immagine contenente le foto degli ospiti della puntata incriminata la Jebreal annuncia la volontà di non voler partecipare alla trasmissione.

La direzione de LA7 cerca di prendere la strada della diplomazia parlando di “grande equivoco”, mentre Zoro in persona durante la diretta, visibilmente deluso da tutto ciò cerca di spiegare che a Propaganda oltre a rappresentare qualsiasi minoranza la scelta degli ospiti viene fatta solo con il criterio della competenza.

Niente di inappuntabile, anzi! Zoro ha ragione e non credo sia maschilista.

Se non fosse che...

Nei mesi ed anni passati, altre trasmissioni sono state messe alla gogna pubblica social a causa della sottorappresentazione femminile e quando i diretti interessati hanno replicato specificando come i personaggi vengono scelti in base alla loro competenza e non in base ad un manuale Cencelli del sesso, razza, religione, venivano ugualmente tacciati di maschilismo/omofobia/fascismo. Questo era ed è un sistema in parte anche alimentato da coloro si dichiarano degli aficionados di Zoro & co. molto attivi su Twitter e pronti a buttare infamità al prossimo (alla faccia del politicamente corretto).

Mettendo da parte la questione Zoro-Jebreal che in verità mi lascia l’amaro in bocca in quanto considero Propaganda Live una trasmissione tutto sommato divertente e la Jebreal una delle migliori giornaliste italiane, credo che bisogna finirla di pensare che il problema della scarsa rappresentazione di alcune categorie di esseri umani si possa risolvere con il bilancino ed il manuale Cencelli.

Altrimenti con lo stesso ragionamento dovremmo chiedere una rappresentazione delle persone grasse, delle persone calve, delle persone occhialute nonché delle persone con i capelli rossi e via dicendo.
Se ci riflettiamo bene tutti noi siamo una minoranza di qualcosa o di qualche gruppo.
Le persone devono essere scelte in base alle loro abilità, i loro talenti e le loro competenze non in quanto componenti di una determinata fascia di persone.

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