-STORIE DI TELEVISIONE- Cos'era il Festivalbar e perchè un suo ritorno non è auspicabile


In questi giorni Mediaset Extra sta trasmettendo l’edizione del 2001 del Festivalbar, la storica kermesse musicale itinerante dell’estate italiana andata in onda per oltre 40 anni e non più programmata dall’ormai lontano 2007. Quella del Festivalbar è una storia interessante: una trasmissione entrata nell’immaginario comune di 4 generazioni di ragazzi ormai adulti i quali tuttora affollano i forum e i social network di speranze per una sua riproposizione futura.
Ma cos’era effettivamente il Festivalbar e perché una sua riproposizione oggi sarebbe una pazzia? 

Un’ idea semplice ma geniale

Il Festivalbar nacque nel 1964 dalla mente di Vittorio Salvetti (conduttore e produttore televisivo). Era una gara itinerante di canzoni già edite durante la primavera e l’estate. L’obiettivo della trasmissione era quella di eleggere la canzone dell’estate di quell’anno. Per decretare il vincitore si utilizzò un sistema semplice ma geniale. Grazie ai tabulati dei juke box disseminati all’epoca in tutta Italia si riuscì a stabilire una graduatoria della canzone più “gettonata” (neologismo che nacque proprio in questa occasione). Nei primi 18 anni si trasmissione in Rai la kermesse godette di un moderato successo (anche considerando la presenza di trasmissioni musicali più blasonate come “Cantagiro” e “Un disco per l’estate”). 

È tuttavia nel 1982 con il passaggio del Festivalbar nella televisione commerciale di Berlusconi che il Festivalbar esplose, diventando un fenomeno di costume ed uno dei premi musicali più ambiti al pari del Festival di Sanremo. Tuttavia se a Sanremo si portava una canzone inedita e qualsiasi cosa era (ed è ancora oggi) oggetto di polemiche feroci, al Festivalbar gli artisti presentavano canzoni già edite e di successo davanti ad un orda di fan strillanti per il loro beniamino. Inoltre se aggiungiamo il fatto che i cantanti si esibivano in playback si poteva capire il clima molto disteso e festoso dell’evento. 

La trasmissione è ricordata anche per aver lanciato le carriere di molti personaggi oggi artisti televisivi affermati (Fiorello, Gerry Scotti, Amadeus, Alessia Marcuzzi). 

Verso la fine degli anni ‘80 ci furono le prime modifiche al regolamento: in seguito alla progressiva sparizione dei juke box un po’ da tutta Italia, si decise di assegnare i premi in base ai passaggi radiofonici e televisivi dei brani in gara e dalle vendite degli album

Compilation rossa del 1998

Correlate alla trasmissione erano le due compilation (rossa e blu) che ogni anni venivano vendute con ottimo successo nei negozi musicali con i brani in gara nelle varie edizioni.

La formula itinerante dello spettacolo che ha girato varie zone di Italia con la consueta finale nel mese di settembre nella suggestiva Arena di Verona faceva da richiamo anche alle tante persone nelle varie località di villeggiatura dove si teneva la manifestazione. 

Altrettanto importante era l’anteprima del Festivalbar: una striscia di 20 minuti in onda il martedì alle 13,40 dove si anticipavano i contenuti della puntata serale oltre a backstage, interviste e prove delle esibizioni. Molti miei coetanei raccontano ancora oggi che seppero dell’attentato alle Torri Gemelle di New York proprio mentre guardavano l’anteprima della finale del Festivalbar programmata proprio l’11 settembre 2001 (poi posticipata).

Nel 1998 in seguito alla morte di Vittorio Salvetti la produzione della manifestazione passa al figlio Andrea Salvetti il quale mantenne immutata la formula della trasmissione ereditata dal padre.

L’edizione del 2001 che Mediaset Extra sta replicando in questi giorni è l’ultima edizione di successo del Festivalbar. Quella fu un’estate molto prolifica dal punto di vista musicale e i tormentoni abbondavano. Era l’estate di Tre parole (Valeria Rossi), di Infinito (Raf), di www mi piaci tu (Gazosa), di Money Honey (Alexia) e degli ultimi scampoli degli 883 (La lunga estate caldissima). Quell’edizione fu vinta da Vasco Rossi (al tempo all’apice della sua popolarità) con Ti prendo e ti porto via

La crisi, la chiusura ed il mancato rilancio

Già dal 2002 le cose cominciano a cambiare. Il meccanismo di attribuzione della vittoria (basato in larga parte sui passaggi radiofonici) cominciò ad essere contestato in quanto era facilmente falsabile grazie alle pressioni delle potenti etichette musicali e delle radio. Anche l’eccessivo utilizzo del playback (con il sottofondo delle ragazzine urlanti oggi trentenni e quarantenni) fu duramente contestato assieme all’inserimento eccessivo dei primi cantanti usciti dai talent show che nei primi anni 2000 stavano prendendo piede.
In seguito al calo degli ascolti (dovuto anche all’esplosione delle tv tematiche musicali) gli investimenti pubblicitari ne risentirono. Di conseguenza le città coinvolte nella manifestazione canora diminuirono, gli artisti internazionali latitavano e le vendite delle compilation crollavano assieme agli ascolti, arrivando alla funesta edizione del 2006 (la meno vista nella storia della kermesse).

L’edizione del 2007 fu l’ultima edizione del Festivalbar. Per strizzare l’occhio alle giovani generazioni si aprì la possibilità del televoto attraverso internet. A vincere il premio per la categoria web furono i Tokio Hotel di cui ricordiamo più la reazione di Pino Scotto in una diretta su Rock TV che la canzone premiata. 

Gli ascolti in picchiata libera, la scarsa vendita delle compilation, la difficoltà a realizzare serate itineranti (in un epoca dove la televisione cominciava a fare spending review) comportarono la sospensione della kermesse per l’estate del 2008, pur annunciando una rifondazione per l'estate successiva (cosa che poi non avvenne). 

 

Perchè è meglio non riproporre il Festivalbar?

Ancora oggi il titolare del marchio “Festivalbar” è Andrea Salvetti, il quale non ha mai concesso l’utilizzo dello stesso. La stampa specializzata ha raccontato che sia la Fascino di Maria de Filippi che l’editore di RTL 102.5 proposero a Salvetti di rilanciare la trasmissione ma quest’ultimo rifiutò (forse consapevole del fatto che riproporre il Festivalbar come era 30 anni fa non avrebbe senso). 

Ma ha senso oggi riproporre il Festivalbar? Partiamo dall’assunto che tutte le trasmissioni storiche che hanno avuto una riproposizione sono state dei flop (partendo dal dimenticabile Lascia o Raddoppia del 1979 arrivando al penoso Pranzo è Servito di Flavio Insinna).
Un ritorno del Festivalbar farebbe felici tutte quelle persone dai 35 anni in su che sono crescite con quella trasmissione che ha segnato le estati della loro adolescenza. Questa gioia durerebbe però una o due puntate massimo.
Non ci sono più i canoni televisivi, i cantanti e gli stili musicali di 20 o 30 anni fa. Riproporre il Festivalbar come era 20 o 30 anni fa sarebbe come far mettere ad un ragazzino i vestiti di suo nonno (o viceversa), facendo disinnamorare chi conserva un bel ricordo di quella trasmissione e al contempo farla snobbare da parte delle giovani generazioni abituate a fruire della musica dal altri lidi e che non hanno conosciuto il Festivalbar. 

Tra le tante trasmissioni musicali sorte dalle ceneri del Festivalbar, il Battiti Live prodotto da Radionorba e Telenorba (emittenti radiofonica e televisiva pugliese) è considerato da molti critici televisivi definito l'erede del Festivalbar. Io non so e mi sorprende che un’emittente regionale realizzi un prodotto televisivo di gran lunga superiore a quello di una televisione nazionale.

Rivedendo le repliche del Festivalbar ho appurato che alla fine era una trasmissione bella ma non eccezionale. Era registrata con settimane d'anticipo, un lavoro di regia certosino, le premiazioni a tavolino spoilerate settimane prima, il playback smodato e le ragazzine urlanti. Ma si sa che i ricordi del passato son sempre migliori di quelli del presente. Conserviamo un bel ricordo di tutte le trasmissioni del passato perchè sono collegate a dei bei momenti della nostra infanzia, dell'adolescenza o dell'età adulta. Di queste trasmissioni possiamo conservarne il bel ricordo senza che una sua riproposizione ci ricordi i motivi della loro cancellazione.

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