Questo motivetto nonsense disimpegnato, accompagnato da una musichetta orecchiabile ed un gioco di rime facile facile era cantato da Valeria Rossi ben 20 anni fa. Quella canzone non solo divenne il tormentone dell’estate del 2001 ma divenne uno dei tormentoni musicali più famosi nella storia pop italiana.
Valeria Rossi, una ragazza poco più che trentenne esordì in
quell’estate del 2001 con un testo scritto da Liliana Richter e Francesco
Cabras il quale fu scartato dalle nuove proposte del Festival di Sanremo del
2001 ma che esplose durante l’estate.
L’estate del 2001 fu un estate molto prolifica dal punto di vista musicale (il Festivalbar quell’anno ottenne ascolti record) e le radio e le televisioni tematiche musicali pomparono il fenomeno Valeria Rossi trasmettendo a rotazione brano e video musicale (ambientato in un set televisivo dove si doveva sceneggiare il video del brano).
Il singolo vendette 80 mila copie. Tutti cantavano le tre
parole di Valeria Rossi: dai grandi ai bambini, dai maschi alle femmine. Quel
motivetto nonsense e disimpegnato aveva catturato tutti.
Per la Rossi ci furono premi, riconoscimenti e l’aspettativa di una carriera
musicale iniziata tardi ma in grande ascesa. Negli anni seguenti divenne difficile trovare un tormentone
musicale di quella portata, non tanto per i numeri quanto per l’unificazione
musicale che ci fù quell’estate e mai ripetuta.
Purtroppo il mondo dello spettacolo è fatato quanto diabolico e la Rossi non riuscì a bissare il successo dell’estate del 2001. Il singolo del 2002 “Pensavo a te” non riuscì ad entrare nella classifica della hit parade così come i successivi tre album non ebbero un grande successo e grande risonanza.
Nel 2018 ci fu un parziale ritorno alle scene con la partecipazione allo show di Rai 1 Ora o mai più dove ci fu la reinterpretazione del successo dell'estate 2001.
In questi giorni Valeria Rossi (ormai cinquantenne) è ritornata alla ribalta non solo per festeggiare i 20 anni da quel famoso tormentone ma per il percorso professionale intrapreso dopo la parentesi di cantante di successo come ufficiale di stato civile al Comune di Monza.
Ancora oggi in molti ricordano quella canzone con grande affetto, ricordando delle estati dove tutto era più semplice e meno elaborato e dove ci si poteva innamorare di una canzone senza senso.
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