-STORIE DI TELEVISIONE- A trent'anni dalla prima puntata di "Non è la Rai". Storia di un fenomeno televisivo.


Era il 9 settembre del 1991 (30 anni fa) quando nella fascia prandiale di Canale 5 approdò una trasmissione insolita, nonchè il primo programma della televisione commerciale ad andare in onda in diretta. Il titolo era: Non è la Rai, vero fenomeno di costume dei primi anni novanta e rievocato continuamente dagli storici della televisione e dai nostalgici.

Il programma segna anche il passaggio di Gianni Boncompagni (storico autore e regista televisivo) nella televisione commerciale.

Non è la Rai andò in onda per quattro edizioni prima su Canale 5 e successivamente su Italia 1 ed è la prima trasmissione che sdoganò il personaggio televisivo senza alcun talento che fa una breve carriera in televisione grazie alla sua bellezza fisica.

La trasmissione condotta nella prima edizione da Enrica Bonaccorti coadiuvata da un'ottantina di ragazze tra i 15 ed i 20 anni era essenzialmente un programma di giochini telefonici (che era possibile realizzare grazie alla diretta) inframezzati dalle esibizioni delle ragazze del nutrito cast, spogliarelli e tuffi in una piscina sistemata all'interno di uno studio che ricreava le quattro stagioni.

La trasmissione fu una vera rivoluzione non solo per l'utilizzo della diretta (fino a quel momento ad appannaggio della Rai) ma in quanto venne sdoganata la figura della ragazza della porta accanto senza un particolare talento che però grazie alla sua bellezza lavora in televisione (un po' come accade oggi).

Il target della trasmissione inizialmente doveva essere quello delle casalinghe dai 40 ai 60 anni ma la nutrita presenza delle ragazze interessava molto di più il pubblico giovane sia maschile (che vedeva in quelle ragazze la fidanzata ideale) che di quello femminile (che le vedevano come delle figure di riferimento).

La seconda edizione vede il passaggio di conduzione da Enrica Bonaccorti (decisamente contrariata alla piega che la trasmissione aveva preso dando maggior centralità alle ragazze che alla conduttrice) a Paolo Bonolis. La trasmissione mantenne la classica impostazione dei giochi telefonici intervallati dalle esibizioni del nutrito cast. 

È in seguito allo spostamento di Non è la Rai da Canale 5 ad Italia 1 che cominciano ad affermarsi sempre più alcune ragazze del gruppo (selezionate dallo stesso Boncompagni) le quali ebbero una notevole visibilità all'interno della trasmissione. Visibilità superiore non solo a quella delle altre ragazze ma addirittura a quella di Bonolis che di quel programma ne era il conduttore. Una di queste ragazze era una quindicenne Ambra Angiolini.

È con la terza edizione che Boncompagni decise di stravolgere il format e di non affidarsi ad un presentatore professionista. Nelle ultime due edizioni infatti Non è la Rai fu condotto dalle ragazze che nei due anni precedenti erano riuscite a "rubare" la scena a Bonolis ed alla Bonaccorti. È tuttavia Ambra Angiolini che ebbe maggior risalto, anche se tutto ciò che diceva veniva suggerito da Boncompagni attraverso un'auricolare che la Angiolini indossava costantemente. Inoltre nelle ultime edizioni i giochi telefonici subirono un pesante ridimensionamento in favore delle esibizioni molto improvvisate (di canto, danza, recitazione) delle ragazze che avevano fatto innamorare la generazione di ragazzi e ragazze cresciuti tra gli anni 70 e gli anni 80.

Parallelo alla trasmissione c'era un nutrito merchandising legato alla trasmissione fatto di poster, giornali a tema, diari e quaderni che andavano a ruba nonchè un album musicale di Ambra Angiolini (come dimenticare la canzone trash "T'Appartengo").

Nonostante gli ottimi ascolti ed il nutrito merchandising annesso, le critiche erano all'ordine del giorno, in particolare da parte delle associazioni femministe ma sopratutto fecero scandalo le dichiarazioni di Ambra Angiolini (sempre sotto il suggerimento audio di Boncompagni) durante le sue chiacchierate giornaliere con un diavoletto virtuale in pieno clima elettorale nella primavera del 1994, durante la quale affermò che, secondo il diavoletto, Satana teneva per la sinistra mentre il Padreterno era un sostenitore di Berlusconi.

L'ultima edizione, andata a cavallo tra il 1994 ed il 1995 pur essendo partita con dei buoni indici di ascolto, ha visto le defezioni di molte delle ragazze storiche. Inoltre le voci di presunte antipatie e rivalità malsane tra le ragazze del programma erano diventate cosa nota anche ai non addetti ai lavori.
Sta di fatto che anche la sostituzione di gran parte delle ragazze non ebbe gli effetti sperati e la trasmissione si ancorò su uno scialbo 10% di share.

Per l'edizione successiva l'allora Fininvest era propensa a rinnovare la trasmissione e prolungare la sua durata in base ai risultati d'ascolto. Cosa che Boncompagni non gradì e decise dopo quattro anni di chiudere la sua creatura ed anche la sua carriera nella televisione commerciale.

Gran parte delle ragazze di Non è la Rai (come prevedibile) non ebbero un futuro nel mondo dello spettacolo. Solo alcune riuscirono ad avere dei ruoli ma stiamo parlando di carriere da vallette, presentatrici di telepromozioni o qualche partecipazione nei reality show negli anni seguenti. 

Anche Ambra Angiolini (la ragazza che ebbè più popolarità tra tutte e che sembrava lanciata verso una carriera spettacolare) viene ricordata più per il suo passato e per i suoi gossip che per i suoi film e programmi televisivi.

Il fatto è che ancora oggi quella trasmissione durata solo 4 anni viene considerara un fenomeno di costume. La figura del perfetto sconosciuto senza un vero e proprio talento che fa carriera in televisione grazie al bell'aspetto non è stata sdoganata nei reality dei primi anni 2000 come in molti pensano ma in questa trasmissione. 

Una recente intevista a Laura Colucci (una delle ragazze più famose di Non è la Rai) pubblicata su TPI descrive l'ambiente di Non è la Rai come morboso, arrivista e vomitevole.
Non è difficile crederle. In un gruppo di 80 ragazze alcune hanno voglia di emergere e sono disposte a tutto pur di farlo e ciò scatenava l'invidia delle altre; Boncompagni sarà stato anche un maestro di televisione ma è nota da diversi anni la storia che nella famosa auricolare della Angiolini più che suggerimenti riferiva volgarità. Il fatto che poi molte ragazze raggiunte i 17-18 anni di età venivano scartate in favore di ragazze di 14 - 15 anni fa pensare ad una macelleria sociale piuttosto che ad una palestra che poi averebbe lanciato delle ragazze nel mondo dello spettacolo.

Nel 1995 quella trasmissione aveva già stufato il pubblico. Le ragazze diventate famose erano diventate adulte, le nuove leve subivano il paragone con le precedenti. La trasmissione pertanto fu chiusa e mai più riproposta. Negli anni sono stati riproposti numerosi speciali a tema oltre ad essere sorti numerosi siti dedicati alla trasmissione. Ma se Non è la Rai è finito nel 1995 il vizio di mandare in televisione gente senza meriti o talenti è diventato il mantra della televisione degli ultimi 20 anni.

Nessun commento:

Posta un commento