Quegli inutili corsi a pagamento fatti solo per spillare soldi e ottenere punteggio per lavorare

La prossima primavera sarà previsto l'aggiornamento delle graduatorie docenti. Come molti miei coetanei in questo periodo sto seguendo dei corsi online per ottenere delle certificazioni informatiche, le quali possono dare in dote al potenziale insegnante del punteggio in più che in molti casi può essere decisivo per avere quel contratto al quale si ambisce da tempo.

Il mondo di internet pullula di corsi di formazione rivolti ad aspiranti docenti promossi da diversi enti di formazione professionale (molti dei quali riconosciuti dal Ministero dell'Istruzione) i quali promettono in poche settimane di ottenere svariate certificazioni informatiche e linguistiche utili a scalare le famigerate graduatorie.

Nelle intenzioni questi corsi dovrebbero fornire all'insegnante le competenze nell'utilizzo degli strumenti informatici ed elettronici della scuola assieme alle competenze linguistiche (sempre più richieste). Nella pratica sono delle semplici tasse da pagare per ottenere uno o due punti in più nella graduatoria docenti. Perché?

Semplicemente perché questi corsi che vengono proposti solitamente si somigliano tutti. Non entrano mai nello specifico della materia (lim o tablet che sia) ma si limitano a fornire dei semplici elementi di alfabetizzazione informatica (che oggigiorno possiede qualsiasi ragazzo di prima media).

Sui corsi di formazione che promettono ad un neofita della lingua inglese di ottenere addirittura un livello B2 in poche settimane non mi esprimo nemmeno (i nostri figli dovrebbero studiare l'inglese in queste scuole).

Migliaia di aspiranti docenti (molti dei quali all'atto dell'iscrizione disoccupati) si iscrivono a questi corsi (ben sapendo che non ne usciranno intellettualmente "aricchiti") al solo fine di ottenere l'agognato contratto. Tant'è che all'atto pratico si dimostrano incapaci di utilizzare la strumentazione informatica, spesso e volentieri chiedendo aiuto a colleghi più ferrati al personale tecnico o agli stessi alunni.

Eppure molti aspiranti docenti arrivano a spendere centinaia di euro per queste certificazioni che potremmo definire "farlocche" per avere del punteggio in più che in molti casi possono non bastare per la supplenza. E allora si iscrivono ad altri corsi e master (sempre a pagamento) che il Miur legalizza. E così gli enti di formazione professionale che offrono le certificazioni a pacchetto si moltiplicano. Le competenze (quelle reali) meno.

1 commento:

  1. Purtroppo si sa che funziona così: sono quasi "obbligatori" se vuoi avere quel mezzo punto che magari POTREBBE servire, ma non ti danno le competenze che DOVREBBERO servirti.
    Immagina poi chi già sa usare mezzi e strumenti... e deve fare ugualmente queste cose.

    Moz-

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