Contro il classismo e la strafottenza di alcuni docenti italiani

"I docenti italiani sono penalizzati nella fruizione dei loro giorni di ferie perché sono costretti a goderne soltanto in alta stagione. La scuola di oggi richiede riunioni e adempimenti in modo ossessivo tanto è vero che la maggior parte degli insegnanti invidia gli impiegati che finita la loro mezza giornata di servizio, non hanno più impegni di lavoro".

Queste sono le parole vergognose pronunciate da Rina Di Meglio del sindacato scuola Gilda, in merito alle proteste del personale scolastico culminate con lo sciopero dello scorso 30 maggio.
Le condizioni borderline in cui lavorano gli insegnanti sono note, ma siccome nel difendere le proprie istanze la sindacalista in questione attacca i colleghi delle segreterie (ed in generale chi lavora negli uffici), essendo parte della categoria tirata in ballo, mi pare lecito rispondere alla professoressa Di Meglio.
Nel dettaglio il personale amministrativo della scuola:
- Lavora per trentasei ore settimanali su sei giorni la settimana;
 
- Molte volte deve garantire la disponibilità oltre la cosiddetta “mezza giornata” e con un preavviso di poche ore;
 
- Non gode dell’elasticità di orario in entrata ed uscita di cui invece gode il personale docente, in quanto i suoi ingressi ed uscite sono registrati da un badge elettronico;
 
- Se ci sono delle scadenze improrogabili è “costretto” a portarsi il lavoro a casa;
 
- Ha “solo” 30 giornate di ferie l’anno e molte volte non può usufruire di tutte le ferie a disposizione (le incombenze nelle segreterie sono tante e il personale è insufficiente rispetto al reale fabbisogno);
 
- Non può prendere le ferie quando vuole ed anche nei periodi di alta stagione nella fruizione dei periodi di congedo deve turnare con i colleghi (la segreteria non può rimanere scoperta);
 
- A Natale e Pasqua non ha giorni liberi a parte quelli segnati in rosso sul calendario;
 
- Non esistono i ponti, giorno dei morti, martedì grasso, giornate della Sardegna eccetera: in quelle giornate si lavora;
 
- Se la scuola dispone una chiusura in un giorno feriale, il personale amministrativo è “costretto” a prendersi un giorno di congedo (anche contro la sua volontà);
 
- Ha uno stipendio nettamente inferiore al personale docente a fronte un carico di responsabilità notevole;
 
La maggior parte del personale amministrativo della scuola ha una laurea magistrale (esattamente come il personale docente), che nel ruolo che ricopre viene svalutata. Nonostante il titolo di “dottore” di cui un laureato si può fregiare, nelle segreterie il segretario/a è noto/a con l’appellativo di “signore o signora”;
 
E’ sempre oggetto di scherno ed umiliazione da parte di qualche docente stupido e classista che descrive le segreterie come "luoghi dove non si fa mai un cazzo”;
 
Nessuno qui vuole andare contro il personale docente. Le condizioni con il quale lavorano gli insegnanti italiani sono note e avrebbero bisogno di una maggiore considerazione.
 
Tuttavia i docenti italiani affetti da lamentite cronica (e ce ne sono a bizzeffe), se non vogliono subire critiche (fondate o meno) sui presunti due mesi di vacanza, sul fatto che lavorano meno rispetto ad altre categorie lavorative (su questi due punti magari in futuro si farà un fact checking empirico) o sul fatto che hanno dei benefit (anche economici) che altre categorie di lavoratori si scordano evitino di fare queste lotte che sanno di classismo contro i colleghi.
 
Per diventare segretario scolastico è sufficiente un diploma ed un minimo di esperienza in Pubblica Amministrazione. Se i docenti italiani sono convinti che il lavoro in segreteria sia il paradiso esente da scazzi possono tranquillamente ambire a tale posizione.
 
Infine se le rimostranze dei sindacati scuola sono di questo tenore, sono veramente sollevato di non aver aderito allo sciopero dello scorso 30 maggio, che alla prova dei fatti si è dimostrato un autentico flop.

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