Nuova puntata de :"la vera storia dello skatepark di Sassari". Un piccolo excursus storico dove -documenti alla mano- viene raccontata nel dettaglio la storia dell'impianto di skateboard e pattinaggio di Sassari, dalla sua costruzione, alle diverse gestioni susseguitesi arrivando ai giorni nostri.
Nella seconda parte abbiamo raccontato come subito dopo l'ultimazione dell'impianto il Comune decise di affidare provvisoriamente la struttura all'associazione Skate Bike Roller in attesa di un bando per la sua gestione.
Nascono molte polemiche alimentate da un gruppo di skater locali culminate in una serie di proteste, una shitstorm sui social e la divisione degli skater in due fazioni.
Nel frattempo la gara d'appalto giunge al termine e ad avere in gestione lo Skatepark è il Centro Sportivo Italiano (un importante ente di promozione sportiva di stampo cattolico).
Cosa succede in seguito?
Il passaggio di testimone avviene immediatamente. Si credeva che gli skater contrari ad ogni tipo di gestione (i quali si accapigliarono durante l'estate) snobbassero il park. Non fu così. Anzi! Alcuni tra gli skater più infervorati contro il sistema della gestione divennero addirittura i principali collaboratori del Centro Sportivo Italiano nella gestione della struttura.
IL CSI sembra avere idee chiare e differenti rispetto alla precedente gestione. Orari di apertura prolungati, nessuna chiusura settimanale, nessuna tariffa di ingresso. Il sogno di uno skate park free sembra essersi concretizzato.
Il primo evento di "inaugurazione" dello skatepark riesce ad ottenere una grande cornice di pubblico.
Tuttavia la forte frattura tra gli skater creatasi l'estate precedente si sente. Alcuni rapporti si sono irrimediabilmente spezzati. Non tutti frequentano lo skatepark preferendo skateare negli skatepark delle località limitrofe o sfruttando al massimo le piazze, i muretti ed i marciapiedi della città. Qualcuno smette definitivamente mentre qualcun altro torna a skateare nell'unico skatepark presente in città.
È nelle prime settimane di gestione del Centro Sportivo Italiano che l'impianto si mostra al pubblico con le strutture ridipinte da un'oscena varietà cromatica militare. Non è dato sapere se quell'intervento fosse autorizzato o meno dal Comune. Si sa per certo che nell'autunno del 2016 fu costruita abusivamente una nuova struttura in cemento la quale fu fatta demolire pochi giorno dopo la sua ultimazione a causa della mancanza delle dovute autorizzazioni.
Gli anni passano. Come testimoniano le foto e i video pubblicate sui social (qui e qui) l'utenza è sempre molto al di sotto dei 25 atleti massimo che la struttura può ospitare nello stesso momento; le lezioni di skateboarding per principianti non sono mai state attivate e gli eventi di promozione sembrano essere molto pochi.
Se nei primi mesi le comunicazioni riguardanti l'apertura prolungata e il fatto che lo skatepark fosse free erano frequenti e martellanti, già dopo pochi mesi i gestori sembrano adottare una politica d'apertura differente.
Viene istituita la chiusura del park nei fine settimana. Gli orari di apertura vengono sempre più ridotti fino a toccare il minimo storico delle 3 ore di apertura giornaliera, "rispetto al triplo (o il quadruplo in questo caso) delle ore in cui il park potrebbe essere aperto ed illuminato dalla sola luce solare" come disse Enrico Carta in quel suo famoso video.
Anche la chiusura per la vacanze estive dell'impianto fu un elemento in cui gli skater duri e puri di Sassari contestarono alla vecchia associazione. Tuttavia anche la nuova gestione CSI da loro sponsorizzata ritenne opportuno chiudere lo skatepark per una decina di giorni.
Gli orari di apertura piuttosto ridotti sono riportati in diverse recensioni pubblicate su google oltre che da uno youtuber in vacanza in Sardegna il quale per poter skateare (in pieno giorno) le strutture dello skatepark di Sassari fu costretto a scavalcare la recinzione.
Si arriva al 2020. Dopo una campagna di raccolta fondi organizzata per dotere l'impianto dell'illuminazione pubblica (campagna che in verità ha riscosso poco successo); dopo una stagione invernale e primaverile segnata dalla pandemia Coronavirus dove anche lo skateboarding si è dovuto fermare; con l'estate anche lo skatepark di Sassari ha potuto riaprire i battenti alla pratica libera (ovviamente con le dovute prescrizioni a tutela della salute di tutti).
L'utenza continua ad essere sui livelli degli anni precedenti, tranne a metà luglio quando la presenza della skater Letizia Bufoni fa rianimare il park per un pomeriggio. L'occasione è ghiotta per una bella foto di gruppo da postare sui social.
Si giunge alla fine dell'estate del 2020. Con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del bando di affidamento, il Centro Sportivo Italiano rinuncia alla gestione della struttura a causa dell'impossibilità di generare introiti. Come ha deciso di agire il comune, assieme ad una riflessione personale sulla questione ve lo racconterò nella quarta ed ultima parte de "La vera storia dello skatepark di Sassari".
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