L'11 settembre 2001 è una data storica della storia moderna. È una data spartiacque che divide il mondo tra un prima e un dopo. Molte cose si sono dette in questi 20 anni dalla sciagura dell'attentato terroristico del World Trade Center di New York.
Se la caduta del muro di Berlino ha segnato la fine di un'epoca fatta di scontri, la caduta delle torri gemelle in quel settembre di 20 anni fa ne apriva un'altra.
Sociologi, filosofi ed analisti hanno dibattuto su come la società sia cambiata in seguito a quell'attentato e come i bambini di allora (oggi adulti) siano stati condizionati da quell'attentato e dalla narrazione che se ne fece nei mesi successivi
Anche la televisione cambiò il suo linguaggio.
Rete 4 fu la prima a mandare in onda l'edizione straordinaria del TG4 diretto da Emilio Fede. Subito dopo Rai 3 interruppe "la Melevisione" per proporre uno speciale del TG3 condotto da Antonio Di Bella, Bianca Berlinguer e in collegamento da New York un'allora sconosciuto Giovanni Floris. Anche le ammiraglie (Rai1 e Canale 5) interromperono la normale programmazione in favore di aggiornamenti ed informazioni su quella che veniva inizialmente annunciata come l'inizio di una terza guerra mondiale.
Le conseguenze televisive furono inevitabili. Saltarono tutte le produzioni di intrattenimento delle reti televisive (compresa la finalissima del Festivalbar del 2001 programmata per quella sera). L'attesissima seconda edizione del Grande Fratello fu posticipata di una settimana in un clima definito surreale.
Fece impressione vedere Gerry Scotti (al tempo presentatore di Passaparola) annunciare come il tornare ad una normale programmazione avrebbe richiesto molto tempo.
Saltò anche il mega concerto bolognese dell'MTV Day che doveva festeggiare il compleanno della rete musicale. Al posto delle produzioni interrotte furono centrali costanti aggiornamenti, notizie sulla politica estera e sulla crisi internazionale.
Paradossalmente in quella giornata i vertici della neonata La7 annunciarono alla stampa di voler cambiare linea editoriale della rete, passando da un'emittente votata all'intrattenimento ad una mirata all'informazione ed all'approfondimento.
Nel giro di qualche settimana la normale programmazione riprese e le proposte di intrattenimento tornarono a regime in un clima di surreale festosità.
La televisione generalista ne uscì fortemente segnata da quell'attentato. Le trasmissioni di intrattenimento subirono un pesante ridimensionamento in favore delle trasmissioni di informazione ed approfondimento giornalistico (fino a quel momento snobbate dal pubblico). L'immagine della festosità dell'intrattenimento strideva con la realtà rappresentata lì fuori.
Gli approfondimenti (fino ad allora affidati ai soli Biagi, Santoro e Vespa) si moltiplicarono come funghi, mentre i telegiornali che in quel periodo non godevano di ottima salute (molti telespettatori preferivano l'informazione delle reti locali) tornarono in auge mentre la politica estera (sempre snobbata dai giornali) cominciò ad avere una maggiore centralità nelle scalette dei programmi di informazione.
In quella data cambiò tutta la società mondiale, cambiò il modo di vedere le cose. Non è sbagliato parlare di una società ante e post 11 settembre e la televisione essendo ancora oggi il mezzo principale dove ci informiamo e ci intratteniamo ha subito un grande mutamento. Si è passati dalla televisione degli anni 80 e 90 dove la frivolezza e la leggerezza la facevano da padrone ad una televisione più seriosa, meno luccicante e forse anche più brutta.
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