L'assurda storia dei Jalisse. Da star musicali europee a meteore


Ricordate il duo musicale dei Jalisse? Da quasi sconosciuti, senza alcuna casa discografica d’appoggio vinsero la 47^ edizione del Festival di Sanremo contro una concorrenza agguerritissima.
Seguirono un ottimo quarto posto all’Eurovision Song Contest del 1997 (erano tra i favoriti alla vittoria) ed un oblio musicale che dura da più di vent’anni. Recentemente hanno fatto scalpore le parole di Alessandra Drusian e Fabio Ricci i quali hanno reso noto che il loro duo ha presentato negli ultimi anni, ben 25 canzoni inedite da portare al Festival di Sanremo. Tutte scartate. Che queste canzoni non fossero tutte all’altezza della kermesse canora? Mah.
La vittoria dei Jalisse fece particolare scalpore già nel 1997. Grazie ad una regola di Baudiana memoria introdotta negli anni 90, chi otteneva un buon piazzamento nella gara delle nuove proposte del Festival di Sanremo, otteneva il diritto a partecipare tra i big dell’edizione successiva (regola oggi non presente nel regolamento ma ufficiosamente applicata, come testimonia la presenza di numerosi cantanti che l’anno precedente erano delle semplici “nuove proposte”).

I Jalisse cominciano a farsi conoscere al grande pubblico grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo del 1996 con la canzone “Liberami”. 
Essendo riusciti ad arrivare tra i finalisti (grazie alla regola in voga in quel periodo, che consentiva ai finalisti non vincitori della sezione "Nuove Proposte" dell'edizione precedente di contendersi 4 posti tra i "Campioni), i Jalisse riuscirono a gareggiare tra big nell’edizione del 1997 (l’ultima condotta da Mike Bongiorno), con il tormentone “Fiumi di parole”.
 
La canzone fin dalle prime battute rimane impressa nelle orecchie della platea, del pubblico musicale e dei critici. Il duo riuscì a vincere l’edizione di quell’anno contro una corazzata del calibro di Albano, Anna Oxa, Fausto Leali, Loredana Berté, Patty Pravo e Massimo Ranieri.
La partecipazione e la successiva vittoria dei Jalisse destò molto scalpore, tra chi contestava la regola che consentiva ai finalisti delle "nuove proposte" dell'anno precedente l'ammissione d'ufficio tra i big dell'edizione successiva del Festival, a chi contestava il fatto che facevano parte di un'etichetta musicale indipendente, a chi ipotizzò la loro presenza al festival grazie ad una presunta "protezione" da parte di Sergio Bardotti (organizzatore di quell'edizione), a chi invece ipotizzò un plagio con “Listen your heart” dei Roxette, (accusa mai provata).
 
Come da regolamento (ancora attuale) i Jalisse ottennero il diritto a partecipare all’Eurovision Song Contest di quell’anno. “Fiumi di parole” era famosa in tutto il mondo. I bookmakers puntavano sul duo Drusian - Ricci. La vittoria dell’Italia sembrava davvero sicura. 
I dirigenti Rai temevano la vittoria europea, in quanto avrebbe comportato l’organizzazione dell’edizione successiva (la tragica edizione italiana del 1991 aveva reso noti tutti i limiti che la Rai aveva nell’organizzazione di una manifestazione internazionale, quindi era meglio evitare il bis). 
I Jalisse hanno raccontato più volte negli anni che durante l’Eurovision Song Contest del 1997, subirono un boicottaggio sia da parte della Rai (che aveva interesse a non vincere l’ESC), che dalle major discografiche le quali mai hanno digerito il successo del duo musicale indipendente, ripescando durante i giorni della kermesse europea la storia del presunto plagio (mai provato) ai danni dei Roxette. Inoltre come se non bastasse un problema tecnico mai specificato interruppe la diretta italiana per diverso tempo.

Fatto sta che la partecipazione europea (poi conclusasi con un modesto quarto posto) fu l’ultima apparizione dei Jalisse ad un concorso musicale di rilievo. Erano previste tra le altre la partecipazione al Festivalbar e al successivo festival di Sanremo che non avvennero.

La Rai l’anno seguente decise di non prender parte all’Eurovision Song Contest (assenza durata fino al 2011), con il benestare delle major discografiche. La motivazione ufficiale era lo scarso interesse del pubblico italiano nei confronti della manifestazione. Nella realtà (come raccontato ed Ettore Andenna in un'intervista) "
c’è sempre stata una sorta di terrore da parte di televisioni di alto rango di vincere l’ESC perché questo avrebbe comportato il doverlo organizzare l’anno successivo e non c’era volontà di investire una discreta quantità di quattrini con la paura di un’audience non all’altezza". Della stessa opinione fu Gigi Vesigna (storico direttore di TV Sorrisi e Canzoni) il quale nel suo libro "VOX populi", ripercorre i retroscena legati al "Festival di Sanremo, racconta l'assurda vicenda dei Jalisse e dell'Italia agli ESC.
Agli artisti che chiedevano spiegazioni alla propria etichetta musicale sull'assenza dell’Italia al più importante concorso musicale mondiale, gli veniva risposto che era meglio non prender parte all’Eurovision Song Contest per non fare la "fine" dei Jalisse.

Effettivamente i Jalisse sparirono dai radar subito dopo l’Eurovision Song Contest del 1997, tuttavia la loro produzione musicale non si è mai fermata. Le apparizioni televisive erano rarissime (i passaggi radiofonici ancora meno) e solo in programmi dal sapore nostalgico del “che fine hanno fatto?”.

Negli ultimi anni i Jalisse si riavvicinano al grande pubblico grazie alla trasmissione di Amadeus “Ora o mai più”: programma di Rai 1 il quale diede a cantanti che in passato ottennero un grosso successo (poi svanito) l’opportunità di riscattarsi e di farsi riscoprire dal pubblico. Alla presentazione dello show Amadeus (al tempo lanciatissimo verso il suo primo Festival di Sanremo) aveva espresso il desiderio di poter vedere uno o due partecipanti alla trasmissione in gara al Festival di Sanremo. Ovviamente il buon Ama non mantenne la sua promessa e nessuno dei cantanti in gara ri-ottenne il successo svanito.

Di meteore l'Italia ne è piena. Il successo nel nostro paese può essere immediato quanto effimero. Abbiamo conosciuto nella storia (sopratutto musicale) decine di personaggi diventati famosi, i quali una volta spenti i riflettori sono tornati ad una vita normale (avevo già raccontato la storia di Valeria Rossi).
La vicenda dei Jalisse però fa riflettere. Dopo quel Festival di Sanremo e l'Eurovision Song Contest, l'attività del duo musicale non si è mai fermata (anche se a riflettori spenti). Negli ultimi 25 anni (senza l'appoggio di etichette musicali) raccontano di aver presentato ogni anno una canzone indedita alle varie commissioni musicali succedutesi al Festival di Sanremo. Al recente sfogo sui social, il direttore artistico in carica Amadeus ha replicato sostenendo che è meglio lavorare piuttosto che lamentarsi.
Forse il prode Amadeus (vittima di un sistema più grande del suo ego) dovrebbe destinare parte del suo cachet in un corso di diplomazia e sul non dire certe cose inopportune (sport nel quale è molto abile). 
Di fatto i Jalisse in quel lontano 1997 sfidarono (sconfiggendoli nel loro terreno) un sistema fatto di case discografiche, produttori musicali e televisivi e agenti. Sistema che ha reagito con violenza e vendetta. 

Il sistema di selezione dei cantanti e degli ospiti al Festival di Sanremo è ormai cosa nota (lo decidono le major discografiche, i produttori musicali e televisivi, i potenti editori radiofonici e gli altrettanto potentissimi agenti televisivi).
La Rai non può far altro che accettare tutto ciò e obbedire per non perdere il malloppo economico che incassa ogni anno dall'organizzazione della kermesse canora. 
I Jalisse non si sono mai arresi a tutto ciò, ma è un dato di fatto che questo sistema ha distrutto e continua a distruggere centinaia di carriere musicali promettenti. 

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