I 40 anni di Rete 4. Storia della terza rete televisiva Mediaset. Terza parte: Gli anni 90 tra sperimentazioni e Berlusconismo


Terzo appuntamento de: I 40 anni di Rete4. Un'inchiesta nella quale si ripercorre la storia della terza emittente del gruppo Mediaset, le varie epoche che l'emittente ha vissuto, i cambiamenti editoriali, le vicende giudiziarie arrivando all'attuale linea editoriale imperniata sull'informazione e l'approfondimento. 

Nel secondo appuntamento abbiamo raccontato la vita dell'emittente a cavallo tra il 1985 e il 1990: anni in cui l'eredita di Rete 4 è stata raccolta dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Anni non facili per la terza emittente del gruppo alle prese con cambiamenti radicali di linea editoriale e l'oscuramento dei network commerciali deciso dei Pretori di Roma Torino e Pescara. 
A risolvere la situazione intervennero i Governi dell'epoca: prima con i Decreti Berlusconi che consentivano (seppur transitoriamente) la prosecuzione delle trasmissioni dei network privati e infine dalla Legge Mammì che legalizzava la presenza nell'etere delle emittenti televisive nazionali.

La nuova rete 4 in rosa

La Legge Mammì del 1990 fu la seconda legge di riforma del sistema radiotelevisivo italiano. Tra le tante cose disciplinava il settore dell'emittenza privata a livello nazionale con specifici obblighi, doveri e diritti per le stesse.
La legge consentì ai network privati nazionali la loro esistenza. Per il gruppo Fininvest (che nel frattempo aveva acquisito la Mondadori, diventando di conseguenza pienamente editrice di Rete 4), ciò significava poter trasmettere a livello nazionale senza il sistema dell'interconnessione con le emittenti locali (molte delle quali furono acquisite per avere il pieno utilizzo delle frequenze) e di poter disporre della diretta televisiva.
L'annunciatrice di Rete 4 Emanuela Folliero

Con la direzione di rete affidata a Michele Franceschelli, si decise di dedicare in maniera più marcata la programmazione di Rete 4 ad un pubblico più femminile, all'interno di una strategia globale di segmentazione, dando una connotazione alle reti del gruppo, proponendo ai pubblicitari un target mirato di investimento. 
Si scelse pertanto di programmare trasmissioni a tema, telenovelas, soap opera (la più nota il serial statunitense "Sentieri") le quali erano unite tra di loro da programmi contenitori condotti da Patrizia Rossetti.
Punta di diamante della programmazione dell'emittente sono "I bellissimi di Rete 4": una serie di film comici e d'autore trasmessi in seconda serata e introdotti da Emanuela Folliero (la quale divenne anche l'annunciatrice e volto principale dell'emittente fino al 2018).

La nascita del TG4

La Legge Mammì imponeva specifici obblighi per le nuove emittenti nazionali. Per poter disporre della concessione di trasmissione nazionale era necessario che i nascenti network nazionali si dotassero di un telegiornale
Il TG4 nacque il 29 luglio del 1991. Per un anno la testata giornalistica di Rete 4 fu diretta da Edvige Bernasconi (prima direttrice di telegiornale in Italia).
Lo storico direttore del TG4 Emilio Fede

L'anno successivo alla guida del TG4 approdò Emilio Fede (il quale rimase direttore del telegiornale per quasi 20 anni dandole una forte connotazione). Emilio Fede era un giornalista di lungo corso, con esperienze da inviato in Africa per la Rai, direttore del TG1, fondatore e direttore del TGA (il primo telegiornale di un'emittente privata) e di Studio Aperto (primo telegiornale della Fininvest).

Se nei primi anni di vita il TG4 rimane un telegiornale fortemente imperniato sulla cronaca e le curiosità (la politica viene trattata solo marginalmente), è l'ingresso in politica dell'editore della Fininvest Silvio Berlusconi a far diventare Emilio fede ed il TG4 il più acceso sostenitore delle politiche del centro destra berlusconiano. 
Si ricordano i continui editoriali del direttore, intervallati da servizi faziosi e continui attacchi e sberleffi ai membri degli schieramenti avversi al Cavaliere. 
Il pubblico (specialmente quello anziano) sembra però apprezzare la linea editoriale del TG4, meno l'antitrust la quale multò più volte la testata per la violazione della par condicio e per la faziosità del direttore.

La direzione di Vittorio Giovanelli

Nella metà degli anni 90 ci furono dei grandi cambiamenti. Nel 1996 ci fu cessione di tutte le attività televisive del gruppo Fininvest alla Mediaset (società sempre di proprietà della famiglia Berlusconi).
Su Rete 4 dopo un anno di direzione ad interim di Carlo Vetrugno, nel maggio del 1996 la linea editoriale della rete subisce un ulteriore stravolgimento.
Direttore di rete nella seconda metà degli anni 90 fu Vittorio Giovannelli (storico tecnico e autore Rai, dagli anni 80 consulente di Berlusconi per la Fininvest). 
L'idea era quella di posizionare Rete 4 su un target generalista e familiare. L'imperativo di Giovannelli fu categorico: via le telenovelas e le produzioni in rosa (che subirono un drastico taglio), in favore di produzioni dedicate a tutta la famiglia.
In questo periodo esordirono programmi di divulgazione scientifica (come "La Macchina del tempo" con Alessandro Cecchi Paone) e alcuni quiz e talk show storici prima trasmessi su Canale 5 come "Ok, il prezzo è giusto!", "La ruota della fortuna" e "Forum".
Ok il prezzo è giusto!
Inoltre tutte le produzioni di Mike Bongiorno dal 1996 furono trasmesse da Rete 4 compreso "Bravo Bravissimo" (il primo talent show per ragazzi). 
In questo periodo, dopo anni di assenza tornarono ad essere trasmessi anche i programmi dedicati ai ragazzi. il "Game Boat" trasmesso subito dopo il TG4 della sera era un contenitore di cartoni animati condotto dal doppiatore Pietro Ubaldi e da Cristina D'Avena che ottenne un discreto successo, grazie alla diretta e la trasmissione delle puntate inedite dell'anime "Sailor Moon".
La Rete 4 di quegli anni pur essendo sul lato informativo una rete di connotazione berlusconiana sul lato dell'intrattenimento era in grado di competere con la Rai e persino con Canale 5.

I dubbi di legittimità di Rete 4

Già dai primi anni 90 se nessuno contestava più la presenza di network televisivi nazionali, in molti contestavano l'eccessiva concentrazione di emittenti televisive nelle mani dello stesso editore (Fininvest/Mediaset).
A complicare il tutto intervenne la Corte Costituzionale la quale decretò l'incostituzionalità della Legge Mammì, assieme al
l'Antitrust che impose un limite massimo di due emittenti televisive per editore
A tutte queste criticità dovette intervenire una nuova legge di riordino del sistema radiotelevisivo italiano, la quale doveva prevedere obbligatoriamente un tetto massimo di 2 emittenti per editore

Pertanto per Rete 4 si paventava il rischio di una cessione o di una chiusura.
Con il pensionamento di Vittorio Giovanelli nel 2000 la direzione di Rete 4 passò a Giancarlo Scheri, il quale decise di rivoluzionare nuovamente l'impostazione dell'emittente orientandola verso un pubblico adulto e ponendo fine alla stagione "creativa" dell'emittente.
Ma di ciò che successe tra la fine degli anni 90 e gli anni 2000 ne parleremo nel prossimo appuntamento de: I 40 anni di Rete 4

 Se sei interessato alla storia di Rete 4 puoi seguire la
Prima parte, Seconda parte, Quarta parte 
e Quinta parte

2 commenti:

  1. Di fatto, la nascita del TG4 sancisce un prima e un dopo, e comunque sono proprio il prima e il dopo che amo di più della rete: dove c'era spazio per i cartoon e poi anche per programmi divulgativi.

    Moz-

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    1. Ho dei bei ricordi televisivi legati sia ad Ok il prezzo è giusto (game show che ancora oggi vedrei bene) e sopratutto al Game Boat (unico contenitore per ragazzi Mediaset ad andare in diretta)

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