I 40 anni di Rete 4. Storia della terza rete televisiva Mediaset. Seconda parte: La Rete 4 targata Fininvest


Secondo appuntamento de: I 40 anni di Rete4. Un'inchiesta nella quale si ripercorre la storia della terza emittente del gruppo Mediaset, le varie epoche che la rete ha vissuto, i cambiamenti di indirizzo, le vicende giudiziarie connesse, barrivando all'attuale linea editoriale imperniata sull'informazione e l'approfondimento giornalistico.
 
Nel primo appuntamento abbiamo raccontato la volontà da parte del gruppo Mondadori, il gruppo editoriale de L'Espresso e l'editore Carlo Maria Perrone di sviluppare un network televisivo nazionale imperniato sulla cultura e l'approfondimento. Inoltre sono stati raccontati i primi anni di vita del network, fatti di onerose acquisizioni di diritti e ingaggi di personaggi famosi. Nonostante i primi successi, le ambizioni della nuova rete si sono scontrate contro una concorrenza agguerritissima ed alcune scelte editoriali sbagliate.
A "salvare" la rete intervenne Silvio Berlusconi il quale con la Fininvest nell'agosto del 1984 acquisì il 50% dell'emittente facendosi carico dei debiti accumulati. Con l'entrata di scena di Berlusconi escono dall'assetto societario sia il gruppo editoriale L'Espresso di Carlo Caracciolo che Carlo Maria Perrone, mentre rimase la Mondadori in una gestione combinata con la Fininvest.

La nuova Rete 4 Berlusconiana

Con l'acquisizione di Rete 4 da parte di Berlusconi, la Fininvest si ritrovava con un impero mediatico di tre network nazionali (Canale 5 fondata nel 1979, Italia 1 fondata nel 1981 da Edilio Rusconi e acquisita dalla Fininvest nel 1983 e la Rete 4 mondadoriana acquisita nell'estate del 1984).
La strategia di Berlusconi era quella sì di mantenere un'offerta di programmi trasversale per le sue reti ma di dare una connotazione alle sue televisioni in modo da poter differenziare l'offerta, proponendo ai pubblicitari un target mirato di investimento. Se Canale 5 era il canale dedicato alle famiglie ed Italia 1 era maggiormente mirato verso un pubblico giovane, per Rete 4 si decise di accantonare l'esperimento fallimentare della televisione culturale in favore di una televisione di tipo generalista con un offerta di trasmissioni, film e telefilm maggiormente rivolta ad un pubblico femminile
 
Sotto la gestione della Fininvest (in virtù di quella riorganizzazione dei contenuti voluta da Berlusconi) diverse trasmissioni di Rete 4 furono ricollocate su Canale 5 (questo fu il caso del "Maurizio Costanzo Show") e su Italia 1, mentre l'ampio magazzino di titoli di cui l'emittente aveva i diritti fu in parte riutilizzato per rinfoltire i palinsesti delle altre emittenti del gruppo. 
 
È in questi anni che il palinsesto di Rete 4 viene rimpolpato di telenovelas in prevalenza sudamericane grazie ad un accordo con il network brasiliano Rede Globo. Altra trasmissione dedicata all'universo femminile di notevole successo nella nuova Rete 4 berlusconiana è stata "W le donne" la quale riscosse un discreto successo.

Four: La mascotte di Rete 4
Anche se l'intenzione di Berlusconi era quella di creare un'emittente rivolta all'universo femminile (esperimento a dire il vero concretizzatosi solo nei primi anni novanta), non mancarono programmi rivolti ad un pubblico trasversale come trasmissioni di intrattenimento, musicali, eventi sportivi e programmi per ragazzi. Quest'ultimo genere rappresentato dalla trasmissione "Ciao Ciao": un contenitore per ragazzi curato da Alessandra Valeri Manera (capostruttura Fininvest con delega ai programmi per ragazzi e già autrice del più noto "Bim Bum Bam" su Italia 1), condotto da Giorgia Passeri coadiuvata da Four: un pupazzo creato dal Gruppo 80 dalle sembianze di un orso antropomorfo che (così come con Five per Canale 5 e Uan per Italia 1) divenne la mascotte dell'emittente. 

I tentativi di oscuramento

Già mesi dopo l'acquisizione di Rete 4 da parte della Fininvest, ci furono numerose critiche ed esposti riguardo le modalità "illecite" con le quali la televisione commerciale (Rete 4 compresa) trasmetteva in Italia. La riforma del sistema radiotelevisivo del 1975, pur consentendo l'esistenza di televisioni private commerciali, stabiliva che queste potevano trasmettere in un ambito locale o al massimo regionale. Come spiegato nel precedente appuntamento, la strategia dei network commerciali nazionali fu quella di coinvolgere una rete di emittenti locali, le quali (grazie ad un sistema di videocassette) trasmettevano la stessa trasmissione registrata dagli studi romani e milanesi, creando un'interconnessione che aggirava la legge che impediva l'esistenza di un network televisivo nazionale.

A seguito di diversi esposti da parte della Rai e dell'Associazione delle Emittenti Locali italiane al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, il 16 ottobre del 1984, i pretori di Roma, Torino e Pescara fecero oscurare le frequenze delle tre reti Fininvest nel Lazio, Piemonte e Abruzzo. Ciò che si contestava era il sistema dell'interconnessione in violazione della legge.
Pur consentendo la continuazione delle trasmissioni in ambito strettamente locale, in quei giorni fu trasmesso un cartello il quale informava i telespettatori che le trasmissioni erano sospese a causa dei sequestri disposti dai pretori.
Giuseppe Casalbore, il pretore torinese che dispose il sequestro degli impianti di trasmissioni Fininvest, in seguito alle critiche e le ingiurie ricevute, si limitò a commentare: "Non faccio che applicare la legge. Le tv trasmettano pure, ma in ambito locale".

A smuovere una situazione che stava diventando piuttosto pesante (anche a seguito delle proteste del pubblico), intervennero l'editore della Fininvest Silvio Berlusconi e Maurizio Costanzo. Quest'ultimo due giorni dopo il blocco, giovedì 18 ottobre 1984, realizzò un grande evento televisivo di protesta che aiutò alla riaccensione delle tre reti.

Nella vicenda intervenne il governo allora guidato dal socialista Bettino Craxi (amico personale di Berlusconi) il quale grazie a tre Decreti Legge (denominati in seguito Decreti Berlusconi), si consentì la prosecuzione (seppur in modo transitorio) delle trasmissioni dei network privati a livello nazionale con il sistema delle interconnessioni delle reti locali, in attesa di una legge di più ampio respiro che disciplini il settore dell'emittenza privata.

Grazie ai Decreti Berlusconi e la promessa di una legge futura che disciplinasse il settore dell'emittenza privata, le trasmissioni di Rete 4 (così come quelle di Canale 5 ed Italia 1) proseguirono.
Tuttavia già pochi mesi dopo l'emanazione dei suddetti decreti, si ipotizzò una cessione dell'emittente ad altri editori: in primis perché ritenuta economicamente la meno remunerativa del gruppo, in secundis perché si ipotizzava che con la nuova legge di riordino del sistema televisivo si sarebbe consentito ad un editore di possedere al massimo due network nazionali.
Tuttavia le offerte di acquisto pervenute alla Fininvest furono giudicate dalla proprietà insoddisfacenti e Rete 4 rimase nelle mani della Fininvest e della Mondadori.

Una nuova linea editoriale

Per rilanciare la terza rete del gruppo Fininvest si decise di dedicare buona parte della programmazione di Rete 4 all'informazione e all'approfondimento giornalistico. Così già dal 1988 partirono numerosi programmi dedicati ad hoc coordinati da Maurizio Costanzo
Anche se la strategia era quella di fare concorrenza a Rai 3 (che abbandonata la sua vocazione "regionalistica" divenne la rete Rai maggiormente dedicata all'informazione), la nuova immagine di Rete 4 mirata all'informazione non ottenne dei buoni riscontri da parte del pubblico: sia perché in quegli anni i programmi di informazione non erano tra i più seguiti dal pubblico, inoltre la mancanza della diretta televisiva (il sistema di interconnessione delle emittenti regionali non lo consentiva) è da sempre penalizzante in questa tipologia di trasmissioni. Anche il primo notiziario quotidiano dell'emittente "Dentro la notizia" non fu premiato né dalla critica né dagli ascolti e venne accantonato dopo pochi mesi.

Così dopo solo due anni il management Fininvest decise di stravolgere nuovamente la struttura dell'emittente, dedicando in maniera più marcata la programmazione di Rete 4 ad un pubblico femminile
 
Inoltre nel 1990 arrivò la fatidica legge che avrebbe regolamentato il sistema dell'emittenza privata. La Legge Mammì (dal nome del Ministro delle Poste e Telecomunicazioni Oscar Mammì), tra le altre cose legalizzò il sistema delle televisioni private a livello nazionale con specifici diritti ed obblighi.
Ma di ciò che succede negli anni 90 sarà oggetto di discussione nel prossimo appuntamento de: I 40 anni di Rete 4.

Se sei interessato alla storia di Rete 4 puoi seguire la


2 commenti:

  1. Questo è il momento dove Rete 4 sembra non trovare pace.
    Quello che doveva essere... lo è diventato ora: rete di informazione XD

    Moz-

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    1. Il trashissimo promo dell'autunno 1986 fa vedere numerosi spezzoni di film e telefilm che venivano replicati fino a poco tempo fa.

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