Quinto appuntamento de: I 20 anni di La7. Un racconto nel quale verrà ripercorsa la storia dell’emittente, le varie epoche che la rete ha vissuto, i cambiamenti e le vicissitudini che ha subito, arrivando agli anni recenti nei quali è riuscita ad imporsi come una voce attendibile e pluralista sull’attualità e sulla politica italiana.
Nel precedente appuntamento sono stati approfonditi gli anni che vanno dal 2004 al 2010: periodo segnato in gran parte del dalla direzione di Antonio Campo Dall’Orto. È in quel periodo che l’emittente riesce a risvegliarsi dal coma profondo nel quale era stata indotta pochi mesi dopo la partenza sprint e grazie ad un mix di programmi di informazione e di intrattenimento (comunque legati all’attualità), riesce per la prima volta non solo a superare in ascolti Rai 3 e Rete 4 ma anche ad ottenere riconoscimenti e premi per le sue trasmissioni irriverenti e innovative.
Con la direzione di Lillo Tombolini si pensava ad un drastico ridimensionamento delle ambizioni della rete (il centro-destra guidato ancora una volta dal proprietario di Mediaset era di nuovo tornato al governo e pestare troppo i piedi a Berlusconi poteva rivelarsi controproducente per il core-businnes di Telecom Italia).
Tuttavia l’abile Tombolini (affiancato dall’amministratore delegato di rete Giovanni Stella), grazie ad una serie di tagli ad alcune trasmissioni considerate dispendiose (“Le invasioni barbariche” e “Markette”), la valorizzazione di alcune risorse della rete (Maurizio Crozza e Gad Lerner) e l’innesto di nuovi personaggi (Lilli Gruber e Victoria Cabello), riuscirono nel miracolo di tagliare i costi di produzione, producendo comunque dei prodotti di qualità con degli ascolti soddisfacenti.
2010/2013: Tante novità ed un grande rilancio
Il 2010 comincia con due novità: la prima è l’arrivo di Luca Barbareschi: il mattatore televisivo e in quel periodo parlamentare viene ingaggiato da La7 ad una cifra monstre per il suo “Barbareschi shock” (show che fu sospeso dopo poche puntate a causa dei bassi ascolti); la seconda novità è l’avvio di un nuovo canale per il digitale terrestre a marchio La7.
Archiviate le fallimentari esperienze di Cartapiù e La7 Sport (in quegli anni il digitale terrestre era ancora scarsamente diffuso), ora che i tempi sono più maturi (l’Italia aveva in gran parte terminato la transazione dalla televisione analogica a quella digitale) il 22 marzo 2010 esordì sul canale 29 del digitale La7d. Secondo le intenzioni iniziali, l’emittente doveva avere un palinsesto generalista dove ospitare le vecchie trasmissioni di La7 e Tele Monte Carlo, le repliche dei programmi andati in onda il giorno prima su La7, nonché i film, telefilm ed eventi sportivi che non trovavano spazio nell’emittente principale del gruppo. Tuttavia a poche settimane dal lancio dell’emittente si decise per un cambio di linea editoriale: non più un canale generalista di repliche ma un’emittente dedicata prevalentemente all'universo femminile: con produzioni originali rivolte alle donne, film e telefilm, trasmissioni dedicate alla cucina e al lifestyle. Pertanto la “d” di “digitale” affiancata al logo di La7 divenne la “d” di “donna”.L’esperimento di La7d funziona fin da subito diventando in breve tempo una tra le emittenti “all digital” più seguite, tanto da spingere gli editori concorrenti (Mediaset e Discovery) a far esordire sul digitale terrestre La5 ed a riprogrammare Real Time (fino ad allora presente a pagamento solo su sky) sul digitale terrestre: reti con con un target molto simile a quello di La7d.
Un nuovo telegiornale
È sempre nel 2010 che La7 realizza il suo primo vero colpo di
mercato nella sua storia ormai decennale. Pur avendo un palinsesto dedicato in
prevalenza all’informazione ed all’intrattenimento, paradossalmente il punto di
debolezza dell’emittente era proprio il telegiornale
(mancava di mordente e di appeal e gli ascolti erano al di sotto della media di
rete). Per rilanciare il telegiornale, Lillo Tombolini in sinergia con Giovanni
Stella e Gad Lerner riuscirono a reclutare per la direzione delle news Enrico Mentana.
Le voci di un possibile
ingaggio del volto ex Mediaset (che proprio 10 anni prima Colanninno e
Pellicioli avevano corteggiato inutilmente per il telegiornale della neonata
La7) si facevano sempre più insistenti già da primavera, ma è il 22 giugno
dello stesso anno che il giornalista milanese (il quale era disoccupato da più
di un anno) annuncia ufficialmente che dal 2 luglio 2010 sarebbe diventato il
nuovo direttore del Telegiornale di La7. Nei due anni seguenti l’ex direttore delle news Antonello Piroso si dovette accontentare del suo “Niente di
Personale”, della striscia comico-satirica mattutina “(Ah)i Piroso” condotta con
Adriano Panatta e Fulvio Abbate e nella stagione successiva dello
sfortunato contenitore domenicale “Ma
anche no”.
L’esordio del nuovo telegiornale di La7 avvenne la sera del 30 agosto 2010. Una grafica ed uno
studio rinnovati dove predominano il verde ed il blu, introduce il direttore il
quale diventerà anche l’anchorman dell’edizione della sera del telegiornale.
Nella prima giornata della sua conduzione gli ascolti toccano il record di
oltre un milione e mezzo di ascolti con uno share del 7,3% (a fronte di una media di rete del 3%), ma è pochi
giorni dopo (complice la recente rottura tra gli alleati storici del centro-destra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini) che grazie ad un'intervista concessa al rinato TG La7 dallo storico leader di Alleanza Nazionale che il telegiornale
della sera supera per la prima volta la soglia del 10% di share.
Pur potendo contare sulla stessa squadra di collaboratori che aveva la
precedente gestione del TG La7, la forza di Mentana fu quella di trasformare il
telegiornale da una lettura stantia delle notizie in un racconto intervallato
dagli interventi del direttore-anchorman, che, ringalluzzito dai notevoli
risultati d’ascolto era ormai diventato un vero showman.
A dispetto di quanto fece agli esordi del TG5 (la cronaca
era privilegiata alla politica) nel nuovo corso del TG di La7 la cronaca fu
ridotta all’osso a vantaggio della politica che in quel periodo stava regalando
scintille.
Sulla scia del successo del rinnovato TG La7 si proposero delle nuove
trasmissioni collegate al telegiornale come “Bersaglio Mobile”, dove il direttore intervistava con domande a raffica un personaggio
della politica o del mondo economico finanziario molto discusso, e “Film Evento” programma nel quale dopo la
visione di una pellicola in prima visione (film generalmente boicottati da Rai e
Mediaset a causa dei contenuti) si apriva una sorta di cineforum in seconda serata condotto dallo stesso direttore del telegiornale.
Ma è con le elezioni amministrative del 2011 che Mentana imprime il suo tocco alla direzione del telegiornale di La7. È in quell’occasione che esordisce il format delle orami famose maratone elettorali dove il direttore (coadiuvato dai giornalisti del telegiornale e vari opinionisti) fa delle vere proprie prove di forza con dirette ad oltranza che arrivano a durare anche 10 ore consecutive, dove si seguono gli avvenimenti, gli aggiornamenti, i primi risultati e le reazioni a caldo di ogni tornata elettorale (dalle elezioni politiche a quelle regionali, passando dalle elezioni Europee a quelle Americane). Oggi la maratona elettorale di La7 è un vero è proprio brand che raggiunge ogni volta ascolti record tanto da spingere le emittenti concorrenti ad utilizzare un format simile nel seguire le operazioni post-voto.
Inoltre la proprietà continua con gli investimenti tecnologici iniziati negli anni precedenti. Il TG di La7 è il primo di Italia ad essere trasmesso in formato 16:9 ed è il primo in Europa ad essere trasmesso in simulcast su Youtube. Inoltre prosegue la politica di ampliamento del segnale e cominciano le prime trasmissioni di alta definizione ("L'infedele" sarà la prima trasmissione di attualità in Italia ad essere trasmessa in HD.
Nuovi volti e nuove trasmissioni
Con l’arrivo di Mentana, anche le altre trasmissioni di approfondimento fanno un balzo in avanti dal punto di vista degli ascolti. La crisi del centro-destra, sommata all’instabilità della politica e all'emergere dei primi partiti e movimenti sovranisti e populisti sono evidentemente argomenti che interessano il pubblico, tanto da far crescere in ascolti tutte le trasmissioni di approfondimento di La7 che se ne occupano (a tal punto che queste assumono uno spirito più battagliero sullo stile del programma di Rai 2 “Annozero” condotto da Michele Santoro).
Nel daytime esordiscono trasmissioni di approfondimento e di lifestyle come “Cuochi e fiamme” con Simone Rugiati, “L’aria che Tira” (approfondimento di economia e società con Myrta Merlino), “In onda” (programma nell’impostazione molto simile alla prima versione di "Otto e mezzo" nella contrapposizione destra-sinistra) e soprattutto “G’day”: programma comico-satirico condotto da Geppi Cucciari la quale ha il compito di fornire un traino all’edizione serale del TG condotto da Mentana (telegiornale che dopo i primi mesi di ascolti record si attesta su uno share del 6-7% comunque superiore alla media di rete).
Se la fascia del mattino si rafforza grazie alle produzioni giornalistiche in dirette (da "Omnibus" a "Coffee break" a "L'aria che tira", l'autunno del 2010 inoltre sarà segnato dal ritorno di Daria Bignardi, la quale in seguito alla chiusura del suo programma di seconda serata su Rai 2 "L'era glaciale", su La7 riproporrà fino al 2015 "Le invasioni barbariche" trasmissione che nella passata gestione di Antonio Campo dall'Orto fu molto apprezzata da pubblico e critica.
Nella primavera del 2011, in occasione del decennale, l’emittente rinnova la propria immagine con un nuovo logo (dal grigio si passa ad un logo bianco con un aletta gialla) ed una nuova immagine di rete (bumper e jingle) dove i colori dominanti sono il bianco ed il giallo.
L’anno del decennale dell’emittente è segnato da molte novità. Il cambio di direttore da Lillo Tombolini (passato a dirigere il marketing della rete) a Paolo Ruffini (ex direttore di Rai3), non riduce le ambizioni del terzo polo televisivo. È durante l’estate che il nuovo direttore di rete assieme all’amministratore delegato Giovanni Stella, compiono un’ingente campagna acquisti. Se da un alto non vengono rinnovate le trasmissioni di Victoria Cabello ed Ilaria d’Amico (passate rispettivamente in Rai e a Sky), dall’altro lato nell’autunno 2011 approdano a La7 lo storico inviato di Michele Santoro Corrado Formigli con “Piazzapulita”, l’ex giornalista di Mediaset diventata famosa per le sue rubriche e libri di cucina Benedetta Parodi con “I menù di Benedetta”, la squadra di comici capitanata da Serena Dandini appena defenestrati dalla Rai con “The show must go off” e Sabina Guzzanti che dopo 10 anni di inattività in televisione ritorna su La7 con un programma nel suo stile satirico ed irriverente chiamato “Un due tre stella”. Tuttavia nonostante le attese, questi ultimi due appuntamenti comico-satirici (dopo delle ottime partenze) hanno avuto un andamento discendente finendo con una media di ascolto inferiore al 3% di share e pertanto nella stagione successiva non sono stati riconfermati.Questa stagione televisiva è segnata inoltre dall’arrivo di Cristina Parodi con lo sfortunato e non confermato “Cristina Parodi Live” e dalla chiusura dello storico programma “L’Infedele” di Gad Lerner, il qualche da gennaio del 2013 si occuperà del nuovo programma “Zeta” : trasmissione per struttura molto simile a "L'infedele" ma durato appena una stagione.
Lo sport continua ad essere presente su La7: oltre al mondiale Superbike e al torneo Sei Nazioni di rugby, l'emittente nel 2010 riesce ad accaparrarsi i diritti di trasmissione dei mondiali di beach volley del 2011 e di alcune partite della serie A di pallacanestro.
Anche la programmazione dei film e telefilm fa segnare delle novità. Oltre i "Film evento" con cineforum annesso condotto da Enrico Mentana e la riproposizione di vecchie pellicole d'autore durante le calde serate estive, sono serie tv come "I Kennedy", "Grey's Anatomy" e "Sex and the city" (trasmesse sia su La7 che su La7d) a far ottenere alla rete dei buoni risultati di ascolto.
I record di ascolti
La storica puntata di "Servizio Pubblico" con ospite Silvio Berlusconi ottenne il 33% di share |
La cessione definitiva
Già dai primi mesi del 2012 il management di Telecom Italia stava prospettando una vendita futura di La7 al fine di contenere i debiti dell'azienda e di concentrarsi sul core business della stessa ovvero le telecomunicazioni.
A seguito di numerose trattative, il 4 marzo 2013 la Cairo Communication di Urbano Cairo (il quale gestisce la pubblicità dell’emittente dal 2003), riesce ad acquistare per la cifra di un milione di euro dal gruppo Telecom Italia l’ormai consolidata realtà televisiva. «Ho preso una patata bollente» dichiarerà Cairo subito dopo l’acquisizione, facendo riferimento alla di certo poco rosea situazione finanziaria dell’emittente. Durante l’estate dello stesso anno i vertici di Telecom Italia riescono a disfarsi della partecipazione posseduta fin dal 2001 in MTV Italia (cedendo totalmente a Viacom la gestione dell’ex televisione musicale) sancendo definitivamente l'uscita della storica società di telecomunicazioni italiana dal business delle televisione generalista, mantenendo tuttavia una quota in "Persidera" (la società che gestisce alcune frequenze televisive sul digitale terrestre).
Usciti di scena Telecom Italia e Giovanni Stella (la cui liquidazione fu oggetto di contestazioni da parte dei giornalisti della rete), per Urbano Cairo non restava altro che definire le nuove strategie di rete e definire e il nuovo palinsesto ma di quello che accade negli anni successivi sarà oggetto del sesto ed ultimo appuntamento de: I 20 anni di La7.
Se sei interessato alla storia di La7 puoi seguire la
Prima parte; Seconda parte; Terza parte; Quarta parte e Sesta parte
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