È proprio in quella giornata estiva che dalle ceneri della storica televisione monegasca nacque un network televisivo che ha vissuto varie vite travagliate, ha conosciuto vari proprietari ed amministratori e ha contribuito a segnare l’agenda politica del paese.
In questa serie ho intenzione di ripercorre la sua storia, le varie epoche cha ha vissuto, i cambiamenti e le vicissitudini che ha subito arrivando agli anni recenti nei quali l'emittente è riuscita ad imporsi ed essere considerata dai più non più come una cenerentola catodica ma una voce attendibile ed imparziale sull'attualità e sulla politica.
L’Antefatto
La7 nasce dalle ceneri della rete televisiva Tele Monte Carlo: televisione monegasca in lingua italiana che (grazie a una fitta rete di emittenti locali) trasmetteva su tutto il paese già dagli anni 70 (quando la televisione in Italia era un’esclusiva della Rai e delle emittenti private locali che sfidavano il monopolio in una condizione di abusivismo).Negli anni l’emittente cambiò proprietari e gestori passando
dai brasiliani di Rede Globo, passando per la Montedison arrivando a Vittorio Cecchi Gori (già proprietario dell'emittente musicale Videomusic che in seguito ribattezzò TMC2).
Anche se il nome rimase sempre lo stesso i legami con il Principato di Monaco furono
molto sporadici già dalla seconda metà degli anni 80.
Con il passaggio della rete a Cecchi Gori fu marcata l’intenzione di creare un terzo polo televisivo generalista in grado di competere con i colossi Rai e Mediaset. È proprio negli anni 90 che ci furono acquisizioni di personaggi famosi, di library e di diritti di eventi sportivi, nonché la costruzione di nuovi studi televisivi nella capitale.
Nonostante il grande dispiegamento di risorse economiche i riscontri auditel non arrivavano a causa della copertura del segnale analogico carente o in alcuni contesti addirittura assente, dalla concorrenza troppo forte di Rai e Mediaset e dalla mancanza di visione nel lungo periodo.
A seguito delle difficoltà economiche delle due reti, nel mese di agosto del 2000 Cecchi Gori decise di vendere TMC e TMC2 ad un gruppo imprenditoriale formato da Seat Pagine Gialle (guidato da Lorenzo Pellicioli) e Telecom Italia (guidato da Roberto Colaninno).
Il primissimo logo de La7 |
Il nanetto che desiderava diventar grande |
Per il lancio dell’emittente la nuova proprietà non badò a spese ed ingaggiò volti noti: da Gad Lerner (direttore delle news) a Giuliano Ferrara, da Fabio Fazio (che avrebbe guidato uno show in seconda serata) a Platinette e fece una massiccia campagna pubblicitaria di lancio. Della vecchia TMC le uniche trasmissioni che si salvarono furono “Il Processo di Biscardi” e il contenitore domenicale di “Cartoon Network” con alcuni cartoni animati prodotti dall'omonimo network (oggi considerati cult) al tempo inediti nel nostro paese.
Nella prossima puntata si analizzerà il primo anno della nuova emittente a carattere giovanile, i primi successi televisivi e i grossi problemi che l'emittente dovette affrontare dopo meno di un anno d'attività i quali fecero ripensare al nuovo management di Telecom Italia l'intero progetto televisivo.
Se sei interessato alla storia di La7 puoi seguire la
Seconda parte; Terza parte; Quarta parte; Quinta parte
e Sesta parte
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